Lavori a Sabo

  (Centrafrica, 1993)


Indietro

 

Relazione dei volontari

 

 

"Il lavoro in programma per la spedizione in Repubblica Centrafricana era complesso, o meglio erano una serie di lavori da eseguire per gradi, in base ad una priorità: in uno sperduto villaggio chiamato Sabo bisognava fare le fondazioni e montare delle strutture di ferro spedite dall'Italia, il tutto per edificare e coprire una scuola di quattro aule più direzione ed una chiesa di m. 21 x 8.

Nel tempo rimanente l'attivo frate capuccino contava di farci fare 5 paiotte (specie di grandi capanne usate come ambiente d'accoglienza) per una comunità di suore, ed una serie di piccoli lavori che, se non avremmo ricordato con eccessiva enfasi, erano pur sempre di indiscussa utilità in quei posti. Però, come spesso succede in Africa, basta poco per inceppare il programma più perfetto: in questo caso, il poco era in realtà il mancato arrivo del container che trasportava tutto il materiale di carpenteria necessario per edificare la scuola e la chiesa.

Al nostro arrivo il dinamico frate Bruno ci ha proposto, in alternativa, di usare il cemento armato per le colonne e di fare sul posto le capriate per la copertura. Ovviamente sapeva bene anche lui che questo avrebbe dilatato, e non di poco, i tempi di realizzazione.

Quindi, dopo aver preparato i ferri per le fondazioni, abbiamo caricato tutto il necessario su un vecchio camion e ci siamo trasferiti a Sabo, a 130 Km dalla missione madre, 6-7 ore di viaggio nella stagione secca.

Durante i lavori della chiesa p- Bruno si è ricordato di un vecchio traghetto arenato da anni poco lontano. Da quel rottame abbiamo potuto ricavare delle forti colonne per la scuola, utilizzando i ferri ad H che collegavano fra loro i tre scafi che costituivano il traghetto.

Inoltre, verificato il buono stato di uno dei battelli, questi è stato utilizzato per traghettare la ghiaia dalla sponda opposta del fiume; operazione fino a quel momento svolta dalla gente del villaggio con i secchi.

Il progetto della scuola era stato ovviamente modificato, dovendo sostituire parte della fondazione con dei plinti atti ad accogliere i ferri ad H recuperati.

Siamo ritornati alla missione principale per il fine anno e per fare le capriate in tubulare.

Nel disegno tecnico (molto sovradimensionato) erano utilizzati tubulari di varie misure e spessore; noi avevamo a disposizione un'unica misura di un unico spessore.

Velocemente sono state preparate due mezze capriate ed in breve tempo un ottimo operaio fisso della missione ne ha saldate altre per permetterci di avanzare coi lavori.

A sabo abbiamo utilizzato tutto il materiale disponibile: finita la parte in cemento armato per la chiesa e per la scuola, in cui abbiamo eretto tutti i ferri colonna.

Nella chiesa sono state montate e saldate in opera tutte le capriate pronte con i relativi traversi.

In un villaggio distante 45 Km abbiamo "tracciato lo squadro" delle fondazioni ( scavate poi dalla gente del villaggio) di un'altra chiesa in cui verrà montata la carpenteria contenuta nel container.

Durante il Soggiorno a Sabo il gruppo ha dormito in una grande tenda che restava aperta di giorno senza che ci sia mai venuta a mancare una minima cosa.

A corollario di tutto aleggiava l'ncubo di un attacco dei Zaranghinà (predoni arabi armati) che la presenza dei soldati francesi a caccia dei medesimi doveva scoraggiare.

In fin dei conti, una bella esperienza, forse un po' dura, ma decisamente bella".

 

Indietro